Con il termine oncologia si fa riferimento a un’importante branca della medicina dedicata alla diagnosi, al trattamento e alla prevenzione dei tumori maligni e benigni. È una branca molto complessa che comprende tre principali divisioni (medica, chirurgica e radioterapica) e numerose specializzazioni. La figura professionale di riferimento è l’oncologo, un medico specializzato.
Nell’ambito dell’oncologia assume un ruolo di primo piano la visita oncologica, una visita specialistica che viene eseguita in diverse circostanze:
- quando si sospetta la presenza di un tumore in base ai risultati di alcuni esami medici;
- quando la diagnosi di tumore è stata accertata e si deve impostare il percorso terapeutico;
- per monitorare il decorso della malattia e verificare l’efficacia della terapia intrapresa;
- per un secondo parere nel caso sia stato diagnosticato un tumore.
Se ti trovi in una di queste situazioni, consultati eventualmente con il tuo medico curante e prenota una visita di oncologia presso un’idonea struttura come ad esempio Gruppo San Donato; si tratta infatti di un passaggio fondamentale quando si deve affrontare una malattia tumorale, una sfida sicuramente non facile, sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista psicologico.
Data la sua importanza, cerchiamo di approfondire l’argomento rispondendo ad alcune specifiche domande.
Visita oncologica: quando viene richiesta per la prima volta?
La prima visita oncologica può essere richiesta per due principali motivazioni: quando il medico curante sospetta la presenza di un tumore oppure quando la diagnosi di tumore è stata accertata da esami di laboratorio o strumentali (e da successiva biopsia) ed è necessario prendere decisioni relative ai trattamenti da intraprendere.
I motivi che possono indurre il medico curante a consigliare una visita oncologica sono vari; spesso ciò si verifica quando gli esami di screening (per esempio, una mammografia, un test del sangue occulto o esami del sangue) mostrano valori o risultati anomali.
In altri casi la richiesta è legata alla presenza di segni o sintomi sospetti (perdita di peso inspiegabile, sanguinamenti anomali, presenza di noduli, dolori persistenti, stanchezza eccessiva, debolezza, tosse persistente e/o con emissione di sangue ecc.).
Talvolta la visita viene consigliata da uno specialista medico che ha eseguito o fatto eseguire, per altre motivazioni, esami di imaging come, per esempio, una radiografia, un’ecografia, una TAC o una risonanza magnetica che hanno rilevato una massa o lesioni sospette. In questi casi si parla di incidentaloma, termine medico che indica la scoperta di un tumore non in seguito a una specifica sintomatologia clinica o a un sospetto del medico, bensì incidentalmente durante un esame obiettivo o nel corso dell’esecuzione di esami di imaging.
Visita oncologica: quando si effettuano in seguito?
Visite oncologiche successive alla prima possono avere varie motivazioni.
Una seconda visita è spesso richiesta da chi vuole avere un secondo parere dopo aver ricevuto la diagnosi di tumore. Come spiegato sul sito della Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro-AIRC, chi riceve una diagnosi così impegnativa ha spesso il desiderio di una seconda opinione sulla diagnosi ed eventualmente sulla terapia da intraprendere; si tratta di un “bisogno psicologico comprensibile e non è una dichiarazione di sfiducia nei confronti del primo medico consultato”.
Le visite oncologiche sono poi routinarie dopo che è stato iniziato il trattamento. Il loro scopo è quello di monitorare l’andamento della malattia e verificare se la terapia intrapresa stia dando o meno i risultati sperati. Qualora questi non siano incoraggianti, il medico oncologo potrà considerare altre opzioni terapeutiche.
Come si svolge la prima visita oncologica?
Nel corso della prima visita oncologica lo specialista raccoglierà il maggior numero possibile di informazioni sulla storia clinica e sullo stile di vita del paziente (tipo di alimentazione, assunzione o meno di bevande alcoliche, vizio del fumo, livello di attività fisica svolta, professione svolta, casi familiari di malattie tumorali, medicinali assunti ecc.).
Saranno anche visionati tutti i documenti relativi alla storia medica (esami di laboratorio, esami strumentali ecc.).
Verrà effettuata, inoltre, una visita obiettiva nel corso della quale lo specialista ausculterà il cuore e i polmoni, controllerà la respirazione, effettuerà la palpazione dell’addome, valuterà la presenza di ingrossamento linfonodale ed effettuerà altri test fisici.
Terminati i vari controlli, l’oncologo potrà eventualmente richiedere l’esecuzione di altri esami (esami del sangue, esami di imaging, endoscopia, biopsia ecc.).
Nel caso in cui non siano necessari approfondimenti, il medico indicherà al paziente il percorso terapeutico che sarà intrapreso, come per esempio chirurgia, radioterapia, chemioterapia (da sole o in combinazione tra loro), terapie ormonali, terapie con farmaci biologici ecc.
Quali sono le patologie tumorali più frequenti in Italia?
A fine 2023 è stato pubblicato il 13esimo rapporto annuale “I numeri del cancro in Italia 2023” a cura di diverse associazioni che operano in ambito sanitario (AIOM, AIRTUM, ONS ecc.).
Secondo quanto riportato nel rapporto – che illustra il quadro epidemiologico del cancro in Italia – nel 2023 ci sono state 395.000 nuove diagnosi di cancro (208.000 relative a uomini e 187.000 relative a donne).
Il tumore più comunemente diagnosticato è il carcinoma della mammella, seguito dai tumori del colon-retto, del polmone, della prostata e della vescica.