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Referendum del 4 dicembre: la storia

Il prossimo 4 dicembre tutti i cittadini italiani sono chiamati a votare per il referendum costituzionale. Se ormai sono chiari i punti su cui vertono le modifiche del testo costituzionale, non tutti ancora conoscono nel dettaglio le motivazioni che hanno portato a questo referendum. Ecco qual è stato il processo che ha coinvolto il Parlamento in questi anni e oggi chiede alla popolazione di contribuire.

L’8 aprile 2014 viene presentato il Disegno di Legge Costituzionale al Senato da parte del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. L’8 agosto dello stesso anno il Senato ha approvato con delle modifiche il testo di legge in prima lettura.

Il 10 marzo 2017 la Camera dei Deputanti approva il testo, nonostante le proposte e l’ostruzionismo delle opposizioni. Il 13 ottobre seguente è il Senato ad approvare la Riforma, sempre nella protesta delle opposizioni.

All’inizio di quest’anno, l’11 gennaio 2016 la Camera decide di approvare il testo secondo le indicazioni del Senato con 367 favorevoli, 194 contrari e 5 astenuti.

Il 20 gennaio il Senato approva la seconda deliberazione con 180 favorevoli, 112 contrari e 1 astenuto.

Questo è stato l’iter che ha portato oggi all’interrogazione dei cittadini il prossimo 4 dicembre. Secondo quanto stabilito dalla Costituzione, art. 138, per approvare la riforma costituzionale sono necessarie l’approvazione di Camera e Senato e successivamente dei cittadini aventi diritto.

Il referendum del 4 dicembre è di tipo confermativo e pertanto non richiede il raggiungimento di un quorum. La decisione presa dai cittadini recatesi alle urne sarà definitiva, qualunque sia il loro numero.

L’intera riforma è stata chiusa in un unico pacchetto e viene richiesto quindi ai cittadini di accettarla o rifiutarla nella sua interezza. Il quesito a cui si troveranno di fronte il 4 dicembre i cittadini italiani è il seguente: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?»

In coda al presente testo ci saranno le due opzioni di risposta, ovvero il Sì e il No. Ognuno dovrà barrare la casella prescelta scegliendo il Sì per accettare le modifiche alla Costituzione oppure il No per mantenere la Costituzione al suo stato attuale.