In Giappone non è il paziente a cercare il medico, ma spesso è il contrario.
In un sistema sanitario in cui la prevenzione è il pilastro portante, i cittadini ricevono inviti regolari per esami di controllo e screening gratuiti o fortemente incentivati; è una prassi culturale e organizzativa che contribuisce in modo decisivo a uno dei dati più impressionanti al mondo: la longevità media della popolazione. I giapponesi, infatti, vivono più a lungo, si ammalano meno e, anche in età avanzata, mantengono livelli di autonomia e qualità della vita decisamente elevati.
Questo non è un caso ma il risultato di una strategia sanitaria che parte da un assunto semplice: prevenire è più efficace e meno costoso che curare.
In Italia forse si fa ancora troppo poco in questa direzione: la maggior parte delle persone si sottopone a controlli solo quando compaiono sintomi evidenti o se costrette da situazioni lavorative o familiari.
C’è un po’ la cultura del “poi vediamo”, spesso alimentata dalla convinzione che se ci si sente bene, allora si è anche in salute, senza sapere che il corpo non sempre parla subito, e molte malattie – dalle più comuni alle più gravi – si sviluppano in silenzio per anni, ecco perché intercettarle in fase precoce, cambia completamente il decorso e le possibilità di cura.
La prevenzione è un investimento personale
Uno dei tanti motivi per cui in Italia si trascura la prevenzione è legato alla frenesia della vita quotidiana: il tempo sembra non bastare mai, tra lavoro, famiglia e impegni. Si rimanda un’ecografia o un prelievo perché non è urgente o semplicemente perché ci sentiamo bene. Ma proprio lo stress che oggi ci accompagna come una seconda pelle dovrebbe essere un campanello d’allarme. Lo stress cronico incide sul sistema immunitario, sulla pressione, sulla glicemia, sulla qualità del sonno e sull’umore: è un acceleratore silenzioso di infiammazioni e squilibri, ed è strettamente connesso a patologie cardiovascolari e metaboliche. Trascurarsi per mancanza di tempo, quindi, non è solo un paradosso, è un rischio reale.
Prendersi cura di sé in modo regolare non deve essere vissuto come un’incombenza, ma come una forma di attenzione verso il proprio corpo: non occorre fare tutto subito, ma costruire un’abitudine. Un check-up annuale è una buona base di partenza, e non serve aspettare i 50 anni per iniziare, visto che gli adulti in salute, uomini e donne, a partire dai 30 anni dovrebbero cominciare a monitorare alcuni parametri con costanza.
Quali controlli fare e con quale frequenza
Il punto di partenza è rappresentato dalle analisi del sangue, da eseguire idealmente una volta l’anno, o ogni due anni in assenza di fattori di rischio. Gli esami devono comprendere almeno emocromo, glicemia, colesterolo (HDL, LDL, totale), trigliceridi, funzionalità epatica (AST, ALT, gamma GT), funzionalità renale (creatinina, azotemia), ferro, vitamina D e ormoni tiroidei.
Ogni caso è ovviamente a sé, e va tenuto conto, anche della familiarità con determinate patologie o allo stile di vita, può essere utile aggiungere la curva glicemica, l’analisi delle urine e i marker infiammatori o fare un emocromo completo ogni sei mesi anziché una volta l’anno.
Per le donne è importante prendere appuntamenti per controlli ginecologici regolari: pap test e HPV test a cadenza biennale (secondo le linee guida attuali), ecografia transvaginale e visita ginecologica almeno una volta all’anno, anche in assenza di sintomi.
Per gli uomini, a partire dai 40 anni, è consigliabile un controllo dell’antigene prostatico specifico (PSA) e una visita urologica di base.
La pressione arteriosa andrebbe misurata regolarmente, anche a casa, soprattutto in soggetti con familiarità per ipertensione, dopotutto il cuore merita attenzione con un ECG di base ogni due-tre anni, eventualmente associato a un ecocardiogramma se emergono dubbi clinici.
Controlli della pelle, visita oculistica e controllo dell’udito andrebbero inseriti nella routine, anche in assenza di disturbi. Gli screening per i tumori più diffusi – mammografia, colonscopia, ricerca del sangue occulto nelle feci – non devono essere visti come un obbligo medico, ma come una concreta opportunità di prendersi cura di sé in modo serio.
Molti laboratori oggi offrono pacchetti personalizzati per il controllo della salute generale, con tempi rapidi e costi accessibili; è importante scegliere le strutture giuste, che offrano anche una lettura chiara e completa dei risultati, ad esempio il laboratorio analisi Valdès è possibile eseguire esami ematici, test diagnostici e controlli specialistici con il supporto di personale qualificato e tecnologie aggiornate.
Il valore di queste strutture sta anche nella possibilità di avere un punto di riferimento continuativo, non solo episodico: il medico di medicina generale resta centrale nella valutazione complessiva, ma oggi sempre più persone scelgono di integrare il sistema sanitario pubblico con soluzioni private per evitare lunghi tempi d’attesa e avere maggiore autonomia nella gestione della propria salute.
Fonti e Note bibliografiche
- Direzione generale della prevenzione sanitaria Ministero Della Salute – Piano Nazionale della Prevenzione, 2020 – quotidianosanita.it
- Inquinamento atmosferico e salute: sorveglianza epidemiologica e interventi di prevenzione G Berti, C Galassi, A Faustini… – Epidemiol …, 2009 – epidemiologiaeprevenzione.it
- Educazione sanitaria, prevenzione, promozione della salute: presente e futuro MA Modolo – Recenti Progressi in Medicina, 2006 – search.proquest.com
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