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Trekking con bimbi e col passeggino, come leggere le cartine 

Fare trekking è sempre una bella esperienza, farlo con la famiglia è ancora più soddisfacente. Ogni genitore sa che iniziare i propri figli a delle attività piacevoli e salutari non ha prezzo. Il trekking è un’attività perfetta per la famiglia perché si può scegliere ogni tipo di percorso, sempre tenendo conto delle difficoltà per rapportarle all’età dei partecipanti.

Quando si fa trekking però è sempre molto importante anche conoscere le cartine e saperle leggere, se si hanno con sè bimbi piccoli o addirittura col passeggino. Non ci sono limiti (o quasi) a dove portare i bambini a fare trekking, ma bisogna sapere in anticipo quando alcuni percorsi non sono adatti. Per farlo è necessario essere in grado di leggere le cartine topografiche di montagna, allo scopo di studiare con un certo anticipo il percorso che si intende fare in modo da evitare ed escludere gli itinerari che sono impossibili o pericolosi da fare con bambini piccoli o nel passeggino.

Saper scegliere i percorsi giusti è quindi importante per fare sì che il percorso di trekking sia una piacevole esperienza senza incidenti o inconvenienti per tutta la famiglia. Il problema si pone quando si affrontano percorsi non conosciti.

Online e non solo potete trovare una vasta scelta di cartine topografiche in vendita e scegliere quella migliore tenendo conto delle vostre esigenze.

Come leggere al meglio la cartina topografica

Certo, non è sempre semplice sapere “come” leggere una cartina topografica per gestire e pianificare un percorso di trekking in famiglia. Proprio per questo motivo vogliamo darvi qualche utile consiglio per imparare a decifrare le cartine e studiare bene il percorso di modo che la camminata vada bene per tutti.

  • Decidere come si affronterà il percorso: con uno zaino per bambini, o col passeggino. Nel secondo caso è evidente che le strade tratteggiate (sentieri) vanno evitate, a meno che non li si conosca molto bene. Le strade segnate con linea rossa continua, le mulattiere, se sono ampie e facili sono fattibili (ma sempre meglio controllare).
  • La lunghezza della camminata. La prima cosa alla quale guardare è la lunghezza della camminata assieme al dislivello. La lunghezza in sè è un’indicazione abbastanza incolore, perché non ci dice molto sulla fatica effettiva che si farà per raggiungere la meta. Certo, sapere che una camminata richiede tre ore di buon passo potrebbe già permetterci di escludere di affrontarla con un bimbo in passeggino; tuttavia quello che è importante è conoscere la lunghezza e il dislivello, perché se quest’ultimo è minimo anche passeggiate di un paio d’ore possono essere facilmente affrontate. Se invece il percorso è abbastanza breve ma in salita, potrebbe essere faticoso per bambini piccoli a piedi e per chi porta il passeggino.
  • Controllate sempre tutta la camminata, perché se lungo il percorso si trovasse una forcella o un valico, già essa potrebbe precludere la possibilità di usare il percorso.
    I dislivelli si valutano con le isoipse, delle curve di livello che uniscono punti di eguale altitudine sulla cartina e che sono segnate in marrone. Le linee marcate, direttrici, segnano il centinaio di metri, quelle sottile segnano un dislivello di circa 25 metri.
  • Lo stato del terreno. Un terreno liscio richiede molta meno fatica rispetto ad un terreno molto sassoso che in alcuni casi potrebbe essere del tutto impraticabile per chi porti un passeggino.

Facendo queste valutazioni potrete selezionare con cura gli itinerari da affrontare ed evitare da subito quei percorsi troppo pericolosi, difficili o inadeguati che se affrontati senza preparazione potrebbero trasformarsi in un brutto ricordo, anziché in una piacevole esperienza di tutta la famiglia.