Il bong per fumare è uno strumento antico per il consumo di numerose erbe da fumo. La sua storia ricalca per molti aspetti quella dei popoli che l’hanno utilizzato per le proprie pratiche mistiche, spirituali e ricreative.
Scopriamo insieme come si è sviluppato l’uso e la tradizione del bong!
I primi materiali
I primi bong di cui abbiamo menzione venne fabbricati in Thailandia a partire da grosse canne di bambù: la parola “bong” esprime proprio questo, il materiale di partenza. La popolazione non usava però solo il bambù per la costruzione: spesso si riciclavano ortaggi e frutti scavati e forati.
Per quali sostanze
La marijuana è solo l’ultima delle sostanze che possono essere bruciate ed inalate in un bong. L’utilizzo può essere dedicato a molte erbe, tra le quali:
- Tabacco e tabacco aromatizzato: con un funzionamento simile alla pipa ad acqua mediorientale, il narghilé, è possibile utilizzare il bong per aspirare i fumi di tabacco. L’acqua contenuta nella camera di bollitura permette di trattenere una parte degli inquinanti del fumo di tabacco.
- Salvia divinorum: una pianta diffusa in Messico e aree circostanti. Provoca forti effetti allucinogeni e reazioni psicoemotive imprevedibili, ma di breve durata (5-30 minuti). Viene ancora utilizzata, nei paesi dove è legale, come mezzo di congiunzione spirituale con le divinità e per i processi di meditazione.
- Hashish: l’hashish è la resina di cannabis sativa scossa dalle infiorescenze e pressata per formare panetti o palline. Ha un effetto diverso dalle infiorescenze sbriciolate e fumate, più pesante e che aggredisce in modo più vistoso il corpo rispetto alla psiche.
Il ruolo spirituale e religioso
In molte culture fumare tabacco, salvia, hashish o marijuana non significa solamente inseguire una sensazione fisica e mentale considerata piacevole. La spiritualità e alcuni culti religiosi richiedono queste sostanze per predisporre la psiche della persona a venire contattata o ad entrare in comunicazione con la divinità, oppure per favorire la socializzazione tra i membri della comunità.
Se in Occidente il ruolo del bong è quello, spesso, di semplice strumento per uso ludico, in alcune culture costituisce invece un oggetto rituale, caricato di aspettative e poteri magico-superstiziosi, oppure religiosi: una questione che queste comunità tengono profondamente a cuore e che segna inevitabilmente il loro approccio con gli stranieri e con i membri della stessa società.
Dagli anni ‘60
Nell’epoca d’oro dei viaggi verso Oriente, considerata una meta spirituale e di riscoperta di se stessi, arrivarono in Europa e negli Stati Uniti i primi bong moderni. Costruiti in vetro, ceramica, bambù e poi plastica e materiale acrilico, il loro costo si è ridotto nel tempo e la reperibilità è aumentata, facendo passare l’oggetto da strumento religioso a strumento di divertimento per uso ludico e personale. E’ negli anni ‘60 che si sviluppa la cultura della psiconautica, cioè dell’esplorazione delle reazioni fisiche e mentali al contatto con le droghe: un movimento che incentiverà l’uso di queste sostanze negli anni a venire, e in cui ovviamente il bong ha un ruolo predominante.