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Psicologia digitale: la realtà virtuale come strumento terapeutico

In questi ultimi anni sono tanti i colossi aziendali che hanno deciso di investire nella ricerca e sviluppo per la realtà virtuale (VR). Le novità si susseguono velocemente e non riguardano soltanto il mondo dei videogiochi. Con questi visori è infatti possibile vivere in modo immersivo e totalizzante la visione di un documentario, di un concerto o di un film. O ancora raggiungere mete lontanissime in una manciata di secondi e visitarle come si farebbe con viaggio vero e proprio. Ma è nel campo psicologico che i visori per la realtà aumentata rappresentano una vera e propria rivoluzione proponendosi come innovativi ed efficaci strumenti terapeutici per la salute dei pazienti. In questo articolo ti spieghiamo cosa sono i visori di realtà virtuale e ci soffermiamo sul loro utilizzo per sconfiggere fobie, ansia ed altri disturbi psichici.

Che cos’è la VR?

La realtà aumentata è la tecnologia che mediante l’utilizzo di un visore consente di immergersi in ambientazioni virtuali caratterizzate da un forte realismo. La sensazione che si ha è quella di essere parte integrante dell’esperienza che si sta vivendo, molto più vicina alla realtà che alla finzione. Coinvolgimento, interazione e partecipazione sono le 3 parole chiave della realtà aumentata. Non si è semplici spettatori ma autori della propria esperienza.

Quali sono le tipologie di visori?

Ne esistono diverse dalle versioni più semplici ed economiche a quelle più avanzate e costose. I più semplici sono dotati di un cardboard nel quale si inserisce lo smartphone e che grazie ai sensori giroscopici riproduce l’ambiente virtuale. Poi ci sono i sensori che si collegano al pc o ad una console che offrono un’esperienza migliore rispetto ai primi ma presentano lo svantaggio di non potersi muovere liberamente a causa dei cavi. Il top è rappresentato infine dai i visori standalone o all in one, che non richiedono collegamenti ad altri device, hanno prestazioni più elevate e permettono all’utente libero di muoversi a 360 gradi utilizzando tutto il corpo per compiere diverse azioni come saltare ed afferrare oggetti.

I visori per la realtà aumentata come strumento terapeutico

Secondo recenti studi internazionali la realtà aumentata riesce a sconfiggere i disturbi d’ansia e le fobie, patologie che molti psicologi italiani, tra cui il dott. Lobello di Napoli, segnalano come invalidanti. Inoltre allenando le competenze cognitive e motorie è capace di produrre benefici anche nei casi di deficit cognitivi e neuromotori. Si pensi ad esempio ad un paziente che soffre di agorafobia (paura degli spazi aperti). Con l’utilizzo di un visore di realtà aumentata è possibile sottoporre il paziente all’esposizione ma in un ambiente controllato al 100%. Basterà farlo indossare al paziente per “portarlo” in una qualsiasi piazza del mondo o nella strada più affollata di New York. La fedeltà della riproduzione è tale da permettere al paziente di provare la risposta fisiologica che si verificherebbe nella situazione reale.

Questo è soltanto un esempio dei possibili ambiti di applicazione. La VR inoltre permette ai pazienti di mettere in pratica gli strumenti ed i modelli di comportamento appresi dallo psicoterapeuta per affrontare i propri disturbi. A seconda del tipo di disturbo l’esperienza viene personalizzata fornendo gli scenari virtuali più consoni personalizzando il grado di intensità e di difficoltà. Il vantaggio è rappresentato dal fatto che rispetto ad un’esposizione dal vivo gli scenari virtuali possono essere controllati, interrotti e ripresi in qualsiasi momento. Come è facile intuire la realtà aumentata è una tecnologia che va ben oltre i semplici videogiochi e nelle mani di psicoterapeuti competenti permette ai pazienti di tornare a vivere a pieno la propria vita..reale.