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Oltre le barriere: un ponte verso l’inclusione sociale

L’inclusione sociale un concetto che va ben oltre la semplice presenza fisica in un ambiente, rappresenta un pilastro fondamentale di ogni società civile, anche se per molte persone con disabilità o malattie croniche, l’accesso a una vita piena e partecipe si scontra con barriere spesso invisibili, ma concrete.
L’isolamento sociale, conseguenza diretta di queste barriere, incide profondamente sulla qualità della vita, compromettendo il benessere psicologico e fisico.

Ma cosa significa realmente essere inclusi? E quali sono le sfide che le persone con disabilità o malattie croniche affrontano quotidianamente? Proviamo a rispondere a queste domande, esplorando le cause dell’isolamento sociale e le possibili soluzioni per favorire una maggiore inclusione.

Le radici dell’isolamento sociale

L’isolamento sociale, un fenomeno complesso e multifattoriale, affonda le sue radici in una serie di ostacoli che limitano la partecipazione attiva delle persone, ad esempio quelle con disabilità o malattie croniche, alla vita sociale.
Le barriere architettoniche sono un esempio di come rendono difficoltoso l’accesso a luoghi pubblici, trasporti e servizi, e creano ancor di più quel senso di esclusione. Anche l’atteggiamento della società contribuisce a marginalizzare queste persone, spesso caratterizzato da pregiudizi e stereotipi, limitando le loro opportunità di interazione sociale.

Nella scala dei fattori che caratterizzano o aumentano il fenomeno dell’isolamento sociale, troviamo anche le difficoltà economiche, che possono incidere anche notevolmente, sulla possibilità di partecipare a attività ricreative e culturali, aumentando il senso di solitudine.
A ciò si aggiungono altro tipo di barriere, quelle più soggettive, come la paura del giudizio o la bassa autostima, che possono spingere le persone a isolarsi volontariamente.
Non solo, ma molto spesso anche la paura di essere giudicati ci impedisce di chiedere aiuto quando ne abbiamo bisogno. Molti coloro che hanno timore di chiedere aiuto ad uno psicologo, proprio per la paura di doverlo dire ‘agli altri’ ed essere costretti ad ascoltare dei giudizi infondati: ma non è un segno di debolezza chiedere supporto psicologico, anzi di grande forza e consapevolezza.
Proprio come si va dal medico per curare una malattia fisica, così si può rivolgersi allo psicologo per prendersi cura del proprio benessere mentale.

Solitudine e salute: un legame indissolubile

L’isolamento sociale non incide solo sulla sfera emotiva, ma ha ripercussioni concrete sulla salute fisica e mentale: numerosi studi scientifici hanno dimostrato come la solitudine aumenti il rischio di sviluppare ictus, malattie croniche o cardiovascolari, indebolisca il sistema immunitario e acceleri il declino cognitivo.

Sul piano psicologico, l’isolamento può portare a depressione, ansia e un generale senso di apatia.
È in questo contesto che l’infermiere a domicilio assume un ruolo fondamentale, come sottolineato da PrivatAssistenza e che trovi su questo sito: l’assistenza infermieristica domiciliare non si limita alla somministrazione di cure mediche, ma si estende anche alla creazione di un rapporto di fiducia con il paziente e i suoi familiari.

La presenza costante di un professionista sanitario, oltre a garantire la continuità delle cure e il monitoraggio delle condizioni di salute, offre anche un supporto psicologico inestimabile.
L’infermiere a domicilio diventa un punto di riferimento, un ascoltatore attento, in grado di fornire rassicurazioni e rispondere ai dubbi e alle paure che spesso accompagnano le persone con malattie croniche.

Inoltre l’infermiere può svolgere un ruolo di mediazione tra il paziente e il sistema sanitario, facilitando l’accesso a servizi e prestazioni, e fornendo informazioni chiare e comprensibili sulle terapie e sui trattamenti.
Una figura professionale che diventa così un vero e proprio alleato nel percorso di cura, contribuendo a migliorare la qualità di vita non solo del paziente, ma anche dei suoi familiari, che spesso si trovano a dover affrontare un carico di responsabilità emotivo e pratico molto impegnativo.

Grazie alla sua presenza, molte famiglie riescono a conciliare le esigenze di cura con la vita quotidiana, evitando l’isolamento e il senso di solitudine che spesso accompagnano queste esperienze.

Verso una società più inclusiva

Costruire una società più inclusiva richiede un impegno collettivo e azioni concrete. L’accessibilità, intesa come facilitazione dell’accesso a luoghi, servizi e informazioni per tutti, rappresenta un primo passo fondamentale.
Parallelamente è necessario investire nella sensibilizzazione, promuovendo una cultura dell’inclusione che superi pregiudizi e stereotipi.

Le politiche sociali svolgono un ruolo cruciale nel garantire pari opportunità e nel sostenere le persone con disabilità o malattie croniche: attraverso iniziative di sostegno al reddito, servizi di assistenza domiciliare e politiche di integrazione lavorativa, è possibile ridurre le disuguaglianze e favorire l’autonomia delle persone più fragili.

Fonti e Note bibliografiche:

  • Determinanti di salute ed esiti sensibili alle cure infermieristiche: solitudine ed isolamento sociale di A. Pesce – italianjournalofnursing.it
  • Correlati e conseguenze dell’isolamento sociale– psicologia dello sviluppo sociale e clinico – iris.unipa.it
  • Isolamento sociale e solitudine nell’anzianità di Cavalli, S. Cereghetti, ERG Pusterla – 2021 – repository.supsi.ch
  • Anziani: Assistenza e cure domiciliari possono evitare l’isolamento di M. Impagliazzo – santegidio.org

 Disclaimer: Consulta un medico per qualsiasi problema di salute, non dipendentemente delle informazioni qui presentate.