Se le patate sono germogliate a causa di una scarsa qualità di conservazione oppure è trascorso troppo tempo senza che siano state utilizzate, ci si chiede se sono da buttare oppure se si possono mangiare. Chiaramente il suggerimento più importante è di assicurarsi che esse vengano conservate in maniera scrupolosamente corretta.
D’altronde, le patate rientrano tra gli alimenti maggiormente utilizzati e soprattutto amati, in cucina. Di fatto, quando le patate germogliano significa che è presente una concentrazione superiore di solanina. Si tratta di un alcaloide glicosidico ma che essendo tossico, potrebbe provocare problemi e fastidi.
Gli esperti suggeriscono di non mangiare le patate quando il germoglio è presente in quasi tutto il tubero. Viceversa, per cibarsi di una patata con germogli, è sufficiente eliminare questo ramo e tagliere la parte dalla quale è nato.
Se non si fosse ben accorti, il rischio sarebbe quello di incorrere ad una intossicazione. Tra i sintomi più evidenti riscontriamo il mal di stomaco, il senso di nausea, vomito, diarrea, carenze respiratorie, al sistema cardiaco e diarrea.
Oltre ai germogli, è indispensabile che la colorazione delle patate non abbia assunto un colore “verde”, spesso individuabile sotto alla buccia. Allo stesso modo di come andrebbe fatto con i germogli, per mangiare le “patate verdi”, sarà sufficiente tagliare la parte con questa colorazione.
È altrettanto importante, rimuovere il germoglio prima che si sia sviluppato, altrimenti si rischierebbe di perdere l’intera qualità del tubero. Le patate vanno conservate in luogo buio, fresco e con un tasso di umidità che sia compreso tra il 70% e l’80%.
Chi sceglie di conservarle nel frigorifero, non solo sbaglia perché la temperatura è eccessivamente fredda, ma il sapore sarà differente (più dolciastro), in quanto gli amidi si trasformeranno in zuccheri. Questo risponde al quesito se le patate germogliate si possono mangiare oppure no.