Il flusso migratorio verso l’Italia è una costante che ha caratterizzato gli ultimi anni e che solo negli ultimi mesi ha visto una riduzione degli sbarchi a causa dei provvedimenti che sono stati presi. Ma quali problemi si presentano al momento dell’arrivo e come possono essere affrontati?
Il viaggio degli immigrati
I migranti che approdano sulle coste italiane arrivano da diverse parti dell’Africa. Molti partono dall’Eritrea, passano per il Sudan, arrivano in Libia e da qui riescono ad imbarcarsi per l’Italia. Il viaggio non è semplice perché oltre ad essere costoso mette a dura prova la resistenza e la salute dei migranti. In particolare emerge che frequentemente sono colpiti da depressione e disordini post-traumatici da stress, problemi che alimentano la colite, spesso dovuta non a cattiva alimentazione, visto che non hanno a disposizione carne, grassi, vino, sigarette, ma proprio dallo stress e dall’ansia. Spesso vengono venduti dai trafficanti sudanesi a quelli libici, sono vittime di torture, violenze, sfruttamento. A ciò si aggiunge la pericolosità del viaggio in mare che avviene su barconi fatiscenti e soprattutto carichi all’inverosimile, al punto che molto spesso i migranti vengono anche buttati in acqua e sappiamo bene quante volte il mare ha restituito solo cadaveri. Ovviamente queste condizioni di viaggio e le torture precedenti mettono a dura prova la salute dei migranti che, nel migliore dei casi, quando arrivano in Italia soffrono già di disturbi gastrointestinali e di colite.
Da uno studio portato avanti da colitesintomi.it emerge come in Italia soffrono di colite il 15% circa della popolazione e come invece, dei picchi ancora più alti vi si riscontrano nei migranti, calcolando solo coloro i quali si rivolgono ai medici per curare i disturbi intestinali (una parte decisamente più piccola rispetto al totale).
Visite mediche per i migranti
Questi sono solo i problemi meno gravi perché in alcuni casi, durante le varie peripezie che li portano sulle coste italiane, sono vittime anche di sfruttamento sessuale.
E’ durante rapporti sessuali promiscui o situazioni igienico-sanitarie al limite che gli migranti contraggono patologie più gravi come l’HIV, la tubercolosi, la scabbia. Proprio per questo l’Istituto Superiore della Sanità e il Ministero della Salute hanno emanato delle linee guida indirizzate agli operatori che si occupano di accoglienza. È previsto che i migranti richiedenti asilo siano sottoposti ad esame visivo e a visita medica volti a rilevare la presenza di condizioni di morbosità. Particolare attenzione deve essere posta alla presenza di sintomatologia che può essere ricondotta a HIV e altre infezioni sessualmente trasmissibili e dovute, nella maggior parte dei casi, a rapporti sessuali non protetti da condom. Inoltre, particolare attenzione viene posta a epatite B, epatite C, tubercolosi, molto diffusa nei paesi poveri e in particolare nel Nord-Africa, ma soprattutto di facile contagio, malaria, anemia, parassitosi intestinale, diabete. Per le donne i controlli devono essere volti anche ad individuare un possibile stato di gravidanza ed eventuali segnali dello sviluppo di cancro alla cervice uterina. In questa fase è molto importante la presenza di mediatori culturali in grado di comunicare con i migranti ed eseguire una corretta anamnesi senza bisogno di esami invasivi che possono essere considerati anche lesivi della dignità dei migranti.
Durante l’accoglienza è molto importante anche eseguire le vaccinazioni previste in Italia, queste si eseguono sui bambini che non hanno documentazione certa sulla profilassi vaccinale seguita, mentre per gli adulti si esegue l’antipolio, antidifterite, antitetano, antipertosse, antiparotite, antimorbillo. L’obiettivo è evitare la diffusione in Italia di patologie che già in passato erano state sconfitte e che potrebbero ritornare. Si cercano quindi di rendere effettive tutte le indicazioni fornite dalla ministra della salute Lorenzin.
L’importante ruolo di Medici Senza Frontiere
La prima accoglienza di solito viene eseguita da Medici Senza Frontiere, una delle ONLUS più attive a protezione della salute dei migranti che arrivano in Italia. Deve però essere sottolineato che se è importante la prima fase di accoglienza, non meno importante è eseguire i controlli anche durante la permanenza nei centri di accoglienza. Qui, infatti, il sovraffollamento è un rischio costante che può mettere in pericolo la condizione di salute degli immigrati che, arrivano già debilitati dalle condizioni del viaggio e dalla scarsa quantità e qualità di cibo e sottoposti ad ulteriore stress in attesa della definitiva accoglienza o espulsione potrebbero subire ulteriori danni.
La frequenza della colite da stress, riscontrata nelle persone che giungono in Italia, principalmente tramite barconi, provenienti dalle coste della Libia, è legata ad una doppia combinazione tra tensioni nervose eccessive e pessime condizioni igienico-sanitarie, anche dal punto di vista alimentare.
Le responsabilità politiche
Il ministro della Salute afferma che in realtà non si può parlare di emergenza sanitaria e rischio contagio dovuto ai continui sbarchi, ma nonostante ciò nel Paese continua ad esservi un continuo dibattito politico su posizioni opposte.
Gran parte delle patologie da cui possono essere colpiti gli immigrati sono suscettibili di essere tenute sotto controllo anche con poco dispendio economico, ma fino a quando si instilla la paura del migrante e la Lega di Salvini continua ad aumentare il consenso puntando proprio sulla paura, è difficile riuscire a favorire una vera integrazione, anche e soprattutto dei bambini che spesso arrivano in Italia senza genitori. I dati sugli sbarchi del 2016 dicono che su 181.436 migranti sbarcati in Italia, 28.223 sono bambini, di questi sono una piccola parte, circa 4000 nel 2016, risultano essere richiedenti asilo. È bene sottolineare che se anche fosse stato approvato lo Ius Soli, fortemente osteggiato dalla Lega, i minori non avrebbero avuto la cittadinanza automatica in Italia, infatti, il tentativo di riforma prevedeva:
– diritto di cittadinanza italiana per figli di cittadini di un Paese dell’Unione Europa legalmente in Italia da almeno 5 anni;
– reddito minimo, alloggio e test di conoscenza lingua italiana per figli di cittadini extra europei.
Per i minori non accompagnati la riforma prevedeva l’aver seguito almeno un ciclo di studi della durata di 5 anni.
Evidentemente, se non si è ancora approvata questa legge, sono anche altre forze, cosiddette “di sinistra”, come il PD a non desiderare maggiori diritti per i cittadini extracomunitari, continuando ad illudere i proprie elettori di desiderare (solo a parole) l’integrazione effettiva.
Sino a quando persone che provengono da zone di guerra o aree in cui si muore di fame continueranno a soffrire di colite spastica, disturbi alimentari e malattie di origine sessuale, senza che l’Occidente tenda loro la mano?