Il culto (termine di derivazione latina che significa “coltivazione” nel senso di “venerazione”) delle immagini sacre, che da sempre sono oggetto delle più svariate tipologie di espressione artistica, è antico quanto l’uomo e profondamente connaturato alla sua essenza spirituale. Da ciò discende l’imperituro interesse a tale culto rivolto da parte di sociologi ed antropologi che, per approfondirne le radici, hanno istituito settori specializzati delle relative discipline. Nelle elaborazioni degli studiosi delle scienze sociologica ed antropologica della religione, che effettuano analisi storiche comparate delle diverse manifestazioni mistiche, è dunque possibile rinvenire parte delle risposte ad una tra le domande più affascinanti sull’essere umano: perché da sempre ed ovunque è portato ad esprimere la propria religiosità anche col culto dell’arte sacra?
Arte sacra e arte religiosa
Prima di analizzare questa specifica prerogativa della natura umana è opportuno chiarire cosa sia l’arte sacra e come si differenzi da quella religiosa. La prima si basa essenzialmente sul valore simbolico che determinate immagini assumono in uno specifico contesto iconografico, che varia a seconda di epoche storiche e confessioni. La seconda consiste invece in qualsiasi realizzazione artistica che, utilizzando modalità espressive comuni anche all’arte laica, tratti temi ed esprima concetti in senso lato religiosi. Pur nella diversità dei rispettivi linguaggi arte sacra e religiosa, entrambe da intendersi nelle più ampie accezioni inclusive dell’arte mitologica, svolgono la fondamentale funzione di fornire un’interpretazione della complessità e del mistero del creato e delle sue origini e, con essi, della ragion d’essere e del destino ultraterreno dell’uomo stesso che di quel mistero è parte.
Arte sacra e comunicazione simbolica
L’arte sacra è dunque caratterizzata dal fatto di trasmettere il proprio messaggio tramite icone convenzionali e tipizzate (le immagini sacre) che, in determinate epoche e tradizioni di culto, forniscono una chiave di lettura del reale univoca e rassicurante. A tale pecuiliarità quest’arte deve il proprio perenne successo: da essa deriva infatti la facoltà di porre ordine nel disordine naturale delle cose, dando un significato anche visivo a ciò che ne è apparentemente privo e soddisfando così una delle più profonde esigenze dello spirito umano.
A ben vedere il culto dell’arte sacra è contraddistinto anche da una valenza in certo senso sociologica. Il significato simbolico unanimemente attribuito da un gruppo etnico o religioso a determinate figure, quali esse siano, consente all’individuo di relazionarsi armoniosamente col gruppo stesso oltre che con se stesso e con la realtà e, quindi, di sentirsi integrato in una società avente cultura e valori condivisi.
In conclusione, insomma, si può affermare che le radici più profonde del culto dell’arte e delle immagini sacre siano da ricercarsi nell’intimo bisogno dell’essere umano di sentirsi parte di un tutto coerente e non privo di finalità e significato sia trascendenti che terreni.
Il che ne giustifica la funzione di contribuire al supporto spirituale in tempi, quali quelli odierni, in cui il predominio di materialismo ed individualismo ha svuotato di significato i tradizionali principi morali e sociali privando l’uomo di validi punti di riferimento alternativi.