L’etichetta sui prodotti è un po’ come una sorta di cartellino informativo che consente di comunicare una serie di informazioni essenziali e concentrate al consumatore. Grazie all’etichetta alimentare, il consumatore può conoscere ogni elemento indispensabile di quel prodotto: dalla data di scadenza agli ingredienti ed allergeni, il luogo dove è stata prodotta, l’azienda che l’ha fabbricata, il peso, le informazioni nutrizionali. Insomma, in pochi cm di carta si hanno una vasta serie di informazioni indispensabili per la tutela della salute e per la scelta consapevole ed oculata del consumatore.
Esiste anche una precisa normativa che si occupa dell’etichetta alimentare e di che cosa essa debba obbligatoriamente contenere, come si spiegano i responsabili di Webermarking, azienda leader nei sistemi di etichettatura. Infatti a seconda del tipo di prodotto che si vende ci sono norme di legge da rispettare in maniera molto ferrea, per poter garantire la massima trasparenza nei confronti del consumatore: si tratta di un vero e proprio obbligo di legge, per cui l’etichetta alimentare oggi è uno strumento comunicativo vincolato (perché ci sono una serie di informazioni che per legge non è possibile eludere o estromettere) per il consumatore. Grazie all’etichetta il consumatore è sempre informato su cosa consuma e sull’origine e le informazioni nutrizionali sul prodotto stesso, su come si conserva, sul termine massimo per la consumazione ed altre informazioni fondamentali.
Come è fatta un’etichetta alimentare?
La legge (in Italia il D. Lgs. n. 109 del 1992, a livello europeo la direttiva 2000/13/CE del 20 marzo 2000) prevedono in modo molto rigido che cosa debba essere l’etichetta alimentare e come debba funzionare.
L’etichetta alimentare, come abbiamo detto, ha determinate caratteristiche fissate dalla legge. Ad esempio:
- deve contenere l’indicazione delle caratteristiche del prodotto; gli ingredienti, rigorosamente in ordine di presenza; le modalità di consumo, in alcuni casi, e gli allergeni.
- Deve indicare la data di scadenza.
- Deve permettere al consumatore di sapere dove il prodotto è stato lavorato, se gli ingredienti e le materie prime sono italiane o provengono da Stati extra-italiani.
- Devono essere riportate le informazioni nutrizionali.
- Deve indicare come e dove il prodotto va conservato e per quanto tempo.
L’etichetta deve anche indicare chiaramente se sono contenuti nel prodotto aromi o additivi, eventuali allergeni, termine minimo di consumazione, nome e sede del fabbricante, la sede dello stabilimento di produzione, il lotto, ed eventualmente delle informazioni chiamate volontarie (non obbligatorie) come informazioni salutistiche (ridotta presenza di grassi, meno calorie, ecc.) del processo produttivo, nutrizionali, tecniche e valorizzanti del prodotto stesso (che spesso ‘fanno pubblicità al prodotto’, soprattutto nelle marche più note, anche nella stessa etichetta).
Grazie all’etichetta alimentare, il consumatore ha la possibilità di conoscere in modo oggettivo le caratteristiche del prodotto che può acquistare, e quindi di avere un’informazione completa, corretta e trasparente sul prodotto.
L’etichetta alimentare, secondo la legge italiana ed europea, non deve essere formulata in modo da trarre in inganno il consumatore o da fargli credere che il prodotto abbia caratteristiche diverse da quelle effettivamente possedute. Non deve neppure ingannare il consumatore sulla quantità, sull’origine, sulla conservazione del prodotto, né far credere al cliente che il prodotto abbia caratteristiche nutrizionali particolari o suggerire che sia in grado di curare o lenire una malattia umana.
Un prodotto alimentare che non rispetti le norme previste dalla legge per l’etichetta alimentare, semplicemente, non può andare sul mercato e non può essere venduto. Spetta agli organi di vigilanza effettuare dei controlli per valutare se l’etichetta alimentare rispetti la norma di legge.
La legge indica anche alcune procedure particolari per l’etichetta alimentare in caso di prodotti IGP o DOP e per prodotti biologici.